Scritto da Martina
Storicamente
si sono susseguite numerosissime e differenti correnti filosofiche e
culturali, che nella loro speculazione hanno trattato i più svariati
argomenti, ma tutte, senza esclusione, si sono poste una precisa
domanda, la più importante, ma che ahimè comporta una risposta
difficile, se non impossibile da articolare: che scopo ha la nostra
vita? E soprattutto, siamo liberi di raggiungere i nostri obiettivi o
è tutto già stabilito, o peggio, tutto avviene casualmente e come
affermava Democrito, siamo solo una goccia di quella infinita pioggia
di atomi che si incontrano e si scontrano, si uniscono e poi si
disperdono come una foschia notturna quando sorge il sole, senza
nessun ordine o fine? Questo modo di vedere la realtà, forse troppo
vero e oggettivo per essere creduto fino in fondo, riduce l'uomo ad
un ingranaggio di un enorme orologio, controllato a piacimento da
un'entità divina di dubbia origine, maligna o buona a seconda del
filosofo o del letterato di turno, che manda avanti o ferma le
lancette a suo piacimento, e come nell'antichità facevano le tre
Parche, tesse, fa scorrere e infine recide la vita e la speranza
dell'uomo, costretto a vivere su questa terra in modo anonimo e
immerso in una natura indifferente, che lo rende bestia o erudito,
artefice di opere d'arte o dei più sanguinosi eccidi, ma che alla
fine condensa nella stessa polvere le ossa del genio e
dell'assassino. Un'alternativa del genere fa paura, è brutta e
misera, e forse non ha davvero senso, e allora l'uomo si rifugia
nelle braccia della religione, si consola pensando ad un Dio buono e
misericordioso, che lo ascolta, lo abbraccia, cammina con lui, e lo
conduce alla felicità. Anche se la vita non gli dà gioie, anche se
la sua ultima speranza di beatitudine terrena si perde, ecco la
soluzione, adottata da numerosissimi filosofi: la vita su questa
terra è solo uno sbiadito riflesso della gloria nel regno dei cieli,
là si potrà essere felici, lassù ci sarà la vera vita eterna,
irradiata da una luce divina che tutto scalda e tutto rende
piacevole. Certo, le prove dell'esistenza di Dio sono molte, ma tutte
alla fine si arenano in un mare insidioso, quello della fede: solo
con essa si può credere in Dio, solo grazie a lei possiamo
“naufragar dolcemente” in lui, come Dante nel Paradiso, e
abbandonarci a Dio.
E'
impossibile sapere con certezza quale delle due alternative sia
quella esatta: una è forse troppo reale e logica per essere vera,
può darsi che il cosiddetto “materialismo” sia una sorta di
distorsione della razionalità che ha portato ad un “sogno della
ragione che genera mostri”; un iper razionalismo che ha perso il
nume della conoscenza, perchè in realtà magari non è vero che
siamo nati soltanto per riprodurci e per far continuare la specie,
magari possiamo permetterci di sognare, e forse è proprio questo
sognare, fare progetti, pensare, il fondamento del libero arbitrio.
Una libertà che si fonda sul pensiero, sulla capacità di formulare
un'idea e sul coraggio di saperla mettere in pratica, nonostante
mille avversità.
Come
avrebbero potuto Garibaldi, Mazzini e tutti gli altri patrioti
fondare la nostra nazione senza prima averci pensato, creduto e fatto
di tutto per riuscire ad ottenere quello che tanto desideravano? Se
l'uomo non avesse avuto il raziocinio saremo ancora ad uno stadio di
natura, dove vigerebbe la regola del più forte, dove la legge del
taglione sarebbe la norma.
Nonostante
ciò si potrebbe pensare che tutto sia stato già scritto, che anche
il nostro pensiero sia in realtà già stato predefinito, che il
destino sia una mera invenzione dell'uomo, che noi siamo solo dei
poveri illusi e che in realtà il mondo è immorale, malvagio,
indifferente.
Allora
a cosa servirebbero la morale, le leggi, l'etica? A governare degli
stolti, che inventano leggi per poi trasgredirle, che parlano di
norme morali quando poi proprio coloro che dovrebbero essere i primi
a rispettarle se ne dimenticano? Anche se c'erano numerosissime leggi
milioni di ebrei sono stati sterminati nei campi di concentramento:
forse in realtà un fine esiste, è solo l'uomo a non capire qual è.
E' impossibile dirlo con certezza, è una questione di fede: la
risposta, come direbbe un famoso cantautore, è nel vento.
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