venerdì 8 febbraio 2013

Siamo liberi


Scritto da Martina

Storicamente si sono susseguite numerosissime e differenti correnti filosofiche e culturali, che nella loro speculazione hanno trattato i più svariati argomenti, ma tutte, senza esclusione, si sono poste una precisa domanda, la più importante, ma che ahimè comporta una risposta difficile, se non impossibile da articolare: che scopo ha la nostra vita? E soprattutto, siamo liberi di raggiungere i nostri obiettivi o è tutto già stabilito, o peggio, tutto avviene casualmente e come affermava Democrito, siamo solo una goccia di quella infinita pioggia di atomi che si incontrano e si scontrano, si uniscono e poi si disperdono come una foschia notturna quando sorge il sole, senza nessun ordine o fine? Questo modo di vedere la realtà, forse troppo vero e oggettivo per essere creduto fino in fondo, riduce l'uomo ad un ingranaggio di un enorme orologio, controllato a piacimento da un'entità divina di dubbia origine, maligna o buona a seconda del filosofo o del letterato di turno, che manda avanti o ferma le lancette a suo piacimento, e come nell'antichità facevano le tre Parche, tesse, fa scorrere e infine recide la vita e la speranza dell'uomo, costretto a vivere su questa terra in modo anonimo e immerso in una natura indifferente, che lo rende bestia o erudito, artefice di opere d'arte o dei più sanguinosi eccidi, ma che alla fine condensa nella stessa polvere le ossa del genio e dell'assassino. Un'alternativa del genere fa paura, è brutta e misera, e forse non ha davvero senso, e allora l'uomo si rifugia nelle braccia della religione, si consola pensando ad un Dio buono e misericordioso, che lo ascolta, lo abbraccia, cammina con lui, e lo conduce alla felicità. Anche se la vita non gli dà gioie, anche se la sua ultima speranza di beatitudine terrena si perde, ecco la soluzione, adottata da numerosissimi filosofi: la vita su questa terra è solo uno sbiadito riflesso della gloria nel regno dei cieli, là si potrà essere felici, lassù ci sarà la vera vita eterna, irradiata da una luce divina che tutto scalda e tutto rende piacevole. Certo, le prove dell'esistenza di Dio sono molte, ma tutte alla fine si arenano in un mare insidioso, quello della fede: solo con essa si può credere in Dio, solo grazie a lei possiamo “naufragar dolcemente” in lui, come Dante nel Paradiso, e abbandonarci a Dio.
E' impossibile sapere con certezza quale delle due alternative sia quella esatta: una è forse troppo reale e logica per essere vera, può darsi che il cosiddetto “materialismo” sia una sorta di distorsione della razionalità che ha portato ad un “sogno della ragione che genera mostri”; un iper razionalismo che ha perso il nume della conoscenza, perchè in realtà magari non è vero che siamo nati soltanto per riprodurci e per far continuare la specie, magari possiamo permetterci di sognare, e forse è proprio questo sognare, fare progetti, pensare, il fondamento del libero arbitrio. Una libertà che si fonda sul pensiero, sulla capacità di formulare un'idea e sul coraggio di saperla mettere in pratica, nonostante mille avversità.
Come avrebbero potuto Garibaldi, Mazzini e tutti gli altri patrioti fondare la nostra nazione senza prima averci pensato, creduto e fatto di tutto per riuscire ad ottenere quello che tanto desideravano? Se l'uomo non avesse avuto il raziocinio saremo ancora ad uno stadio di natura, dove vigerebbe la regola del più forte, dove la legge del taglione sarebbe la norma.
Nonostante ciò si potrebbe pensare che tutto sia stato già scritto, che anche il nostro pensiero sia in realtà già stato predefinito, che il destino sia una mera invenzione dell'uomo, che noi siamo solo dei poveri illusi e che in realtà il mondo è immorale, malvagio, indifferente.
Allora a cosa servirebbero la morale, le leggi, l'etica? A governare degli stolti, che inventano leggi per poi trasgredirle, che parlano di norme morali quando poi proprio coloro che dovrebbero essere i primi a rispettarle se ne dimenticano? Anche se c'erano numerosissime leggi milioni di ebrei sono stati sterminati nei campi di concentramento: forse in realtà un fine esiste, è solo l'uomo a non capire qual è. E' impossibile dirlo con certezza, è una questione di fede: la risposta, come direbbe un famoso cantautore, è nel vento.

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