Scritto da Van
21 maggio 2012. Nel giorno del mio
compleanno decido in tutta tranquillità di voler sfidare me stesso
provando a recensire una delle opere più recenti della band
capitanata da Dave Mustaine.
L'album di cui voglio parlare è
Endgame che fu pubblicato l'11 settembre del 2009 dalla Roadrunner
Records.
Questo è il loro terzo album dopo il
ricongiungimento della band nel 2004 che avvenne in seguito ll'
infortunio al polso del leader della band. A quanto dichiarato da
Mustaine stesso, l'infortunio fu dovuto ad una compressione del nervo
radiale della mano sinistra. Altri ipotizzarono, invece, che lo
scioglimento avvenne a causa del mancato pagamento di debiti del
frontman dei Megadeth nei confronti del bassista David Ellefson.
Come detto, nel 2004 avvenne la
reunion. Radunando alcuni turnisti il progetto Megadeth ripartì e a
sua dimostrazione ne venne fuori “The System Has Failed”. Il 2007
fu l'anno di “United Abominations” che molto simile al precedente
lavoro per le tematiche trattate, ovvero il sistema politico
americano.
Raggiunto il 2009, mentre tra le file
della band usciva Glen Drover e al suo posto entrava Chris
Brodenrick, arrivò il dodicesimo album nella carriera della band,
appunto Endgame.
L'avventura attraverso il loro
penultimo lavoro inizia con Dialectic Chaos; canzone strumentale che
ha il compito di fare da apripista a “This day we Fight” che
molto probabilmente ricorda qualcosa di già sentito, però picchia,
picchia forte ed ispirata letterariamente al discorso tenuto da
Aragorn alle sue truppe ne Il signore degli Anelli. La bellezza della
song sta nel capire quanto i Megadeth siano tutt'ora in grado di
incazzarsi musicalmente e presentare gioielli di questo tipo.
Si riprende con 44 minutes che apre con
un filo melodico di fondo e dei forti colpi di batteria. Questa
traccia narra lo svolgersi di una rapina a mano armata; durante
l'intro si sentono chiaramente delle persone che parlano in radio e
che danno l'idea di una comunicazione tra poliziotti.
1,320 è un pezzo deciso, veloce e
potente; richiama palesemente una canzone di un loro precedente
lavoro ovvero “Liar ” di “So far, so good, so.. what?” che fa
tornare alla mente il Trash suonato dai primi Megadeth.
La titletrack è la traccia più lunga
del disco, infatti arriva a toccare la durata di 6 minuti circa,
inoltre è anche impegnativa per il suo testo che si riallaccia al
tema del sistema politico americano già trattato nei due precedenti
album. Bersaglio è la cosiddetta legge Endgame dell'ex presidente
George W. Bush la quale consente l'arresto per sospetti atti di
terrorismo. Il brano è anche ben strutturato; si snoda su strofe che
crescono d'intensità, enfatizzata dagli assoli di Mustaine e di
Brodenrick per fantasia e ritmo, rendendo cosi il brano grintoso e
cattivo.
“The hardest part of letting go...
sealed with a kiss” inizia con la voce affranta del leader della
band il quale da il via ad una ballad che parla dell' amore e della
distanza, in cui si crea un'atmosfera molto simile a quella di “Tears
in vial” dell'album “The system has failed”.
Il resto dell'album è un pieno di
trash all'ennesima potenza; “Bite the hand” , “Bodies” ,
l'intro devastante di “Headcrusher” , “How the story ends”
pezzo heavy dai riff ben scanditi e “The Right to go insane”con
il suo fenomenale giro di basso iniziale. Queste appena citate sono
tutte canzoni che meritano di essere ascoltate ma comunque non danno
lo spunto per essere considerate a tal punto da dire qualcosa di
particolare.
Mustaine dichiarò che questo è stato
il miglior album da lui scritto nella sua lunga carriera. Bisogna
dargli per buona questa autoconsiderazione anche se sinceramente
ritengo che “End game ” non possa essere paragonabile a delle
perle di album come “Rust in peace” e “Youthanasia”. Questi
Megadeth possiedono tanta grinta e la riescono a trasmettere con
efficacia attraverso la loro musica, insomma per dirla tutta, io, End
Game l'ho apprezzato parecchio.
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